Mondiale 2002. Per la quinta volta, il Brasile è campione. E' alla sua terza finale consecutiva: nel '94 ha avuto la meglio sull'Italia di Sacchi; nel '98 è caduto dinanzi alla Francia di Zidane; ora è di nuovo sul trono, battuta all'ultimo atto la Germania del ct Rudy Voeller. E il Pelé di quel Brasile è lui, Ronaldo Luis Nazario da Lima, detto Ronaldo, o meglio il Fenomeno. Gli appartiene quel trionfo, otto gol e tutti decisivi; è il suo riscatto dopo due anni e mezzo di infortuni, ospedali, operazioni e anche la paura di non farcela più. Ha solo 26 anni. E' un Mondiale che si gioca, per la prima volta, in due Paesi: Giappone e Corea del Sud. E in ben 20 stadi. Il gigantismo della Fifa è senza freni. Nel gioco del podio, entrano -a sorpresa, anzi di più- la Turchia terza e la Corea del Sud quarta. E a proposito di Corea: tocca agli azzurri di Giovanni Trapattoni affrontarla negli ottavi di finale. E quando si dice Corea, negli scontri diretti, per noi è sempre un maleficio. Ci era toccata quella del Nord, nel '66, e la vergognosa sconfitta era colpa esclusiva di tutto il club-Italia. Ci (ri)tocca qui, e la bastonata arriva con un incredibile 1-2 e le lacune di gruppo, e una altrettanto incredibile direzione di gara dell'arbitro Byron Moreno. Non a caso, estromesso di lì a poco dalla categoria arbitrale della Fifa.
IL MONDIALE DEGLI ANNI DUEMILA SI GIOCA IN DUE PAESI
Si entra nel Duemila. E la Fifa sbarca per la prima volta nel continente asiatico. Il Pallone, in Asia, può aprire immense prospettive di crescita e la "fame" di calcio in Cina, Giappone, Indonesia e Corea del Sud alimenta la rincorsa per concedere l'organizzazione del Mondiale 2002. La novità è che si gioca in due Paesi: Giappone e Corea del Sud. Mettono a disposizione venti stadi per una distrubuzione capillare del prodotto-calcio. Le due Nazionali di casa sono nelle mani di tecnici di lunga milizia. La Corea è guidata da Guus Hiddink, uno dei santoni del calcio olandese. Il Giappone da Philippe Troussier, un francese giramondo. La Fifa apre le "rose" a un convocato in più, ovvero il ventitreesimo.
LE STRANEZZE E LE SORPRESE: SUBITO FUORI I CAMPIONI DEL MONDO
E' la prima volta della Cina al Mondiale. La guida Bora Milutinovic, un tecnico slavo di vastissima cultura che è al suo quinto Mondiale da ct, con cinque Nazionali diverse. E' la prima volta anche di Slovenia ed Ecuador. Mentre sulla panchina del Paraguay siede il ct che nel '98 aveva guidato gli azzurri: Cesare Maldini. A 70 anni, gli tocca il grande onore di essere chiamato da una Nazionale straniera. C'è dell'altro, in quel torneo che di strano ha un po' tutto. Alla gara d'esordio il Senegal batte la squadra campione del Mondo in carica, la Francia. E da quel ko i Bleus non si riprendono: saranno eliminati al primo turno! Stessa sorte, clamorosa, tocca all'Argentina e all'Uruguay. A metà strada se ne vanno due sicure favorite. Il Paraguay finisce la corsa agli ottavi, battuto 1-0 dalla Germania finalista. Il Senegal stupisce il mondo battendo la Svezia agli ottavi e finendo ko ai quarti contro la Turchia. La Corea dopo aver battuto l'Italia agli ottavi supera la Spagna ai quarti, e a fatica la Germania vincerà 1-0 in semifinale. Sono molti i riferimenti del calcio che rovescia i suoi canoni. La finale è comunque quella giusta.
BRASILE CAMPIONE DEL SEGNO DI RONALDO: CAPOCANNONIERE CON 8 GOL
Il Brasile è campione del Mondo per la quinta volta. E il cammino della squadra verde-oro allenata da Felipe Scolari è quello di una squadra ricca di talenti, matura, non a caso giunta alla terza finale consecutiva di un Mondiale. Lucio, Cafu, Roque Junior, Roberto Carlos, Ronaldo, Rivaldo, Ronaldinho, Kakà (sempre in panchina, la sua stella sta per nascere): è una generazione di fenomeni, col Fenomeno a fare la parte che gli compete. Quel Brasile vince tutte le gare, le tre del girone oltre a ottavi, quarti, semifinale e -ovvio- la finale contro la Germania di Klose e Ballack (che però non può disputare l'ultimo atto per squalifica). Il 2-0 porta la firma di Ronaldo. Per il terzo posto, la strana sfida tra Turchia e Corea del Sud, una anomalia per la storia e la qualità delle scuole calcio. Prevalgono i turchi. La consolazione italiana è che a dirigere la finale c'è Pierluigi Collina, impeccabile: a lui tocca l'ultimo atto, e prima gli sono toccate le gare più difficili.
SULLA PANCHINA ARRIVA IL TRAP: A FUROR DI POPOLO
Sulla panchina della Nazionale c'è Giovanni Trapattoni. La Federcalcio, dopo Sacchi, aveva puntato ancora sui tecnici federali (Cesare Maldini). Ma quel breve ritorno al ...passato (i ct che arrivano da Coverciano) con la successiva nomina di Dino Zoff per l'Europeo 2000 perso in finale con la Francia e seguito dalle immediate dimissioni di Super-Dino, ecco che si torna a puntare su uomini forti dei club. E Trapattoni l'italianista è come un magico mondo che si apre sull'azzurro-Italia, lui che ha vinto di tutto e di più con la Juve, ha guidato l'Inter dei record, è stato l'idolo per tre stagioni del Bayern Monaco, ha allenato il Cagliari e portato in alto la Fiorentina, eccolo qui, a 60 anni, a coronare il suo sogno. Che è anche il sogno di molti appassionati di calcio italiani: lui, il Trap, nei panni di ct. Come si può non sostenerlo, fidarsi, volergli bene? E la marcia spedita della sua Italia nelle qualificazioni (6 vittorie e 2 pareggi: bei tempi!) è la conferma di una scelta felice.
SI PREPARA LA SQUADRA DEL 2006. BAGGIO, LA FATICA DI NON CONVOCARLO
Quella Nazionale è la solida base di quella che sarà l'Italia mondiale del 2006. Con Buffon in porta; Panucci, Zambrotta, Cannavaro, Nesta, Materazzi, Maldini (nel 2006 non ci sarà) in difesa, Gattuso in attesa di Pirlo che sta per rivelarsi per quello che è nel Milan di Ancelotti, Doni e Cristiano Zanetti, e poi Del Piero e Inzaghi in avanti, con Vieri e Montella. Non c'è Roby Baggio, che accarezza il sogno del quarto mondiale. Ha 35 anni, gioca -bene- le sue ultime stagioni nel Brescia, la critica "spinge" il Trap a convocarlo, il Trap si dice pronto, ma a ridosso delle convocazioni cambia idea. Suscitando le polemiche che però non assumono connotati importanti, per dire decisivi. Ferma restando la "fatica" che gli tocca nel dire no al giocatore che i tifosi amano di più (gli allenatori, assai meno: misteri del Pallone).
TRAPATTONI, L'ACQUA SANTA, LA BOTTIGLIETTA E LE NON DIMISSIONI
In Corea non si va con la convinzione di vincere, ma quel biennio col Trap, il secondo posto all'Europeo 2000 con Zoff e tre Mondiali andati di traverso ai rigori danno all'Italia il pass per sentirsi fra le quattro favorite. La strada sembra in discesa col 2-0 all'esordio contro l'Ecuador, ma la seconda tappa è una inattesa bastonata: 1-2 con la Croazia, già fenomeno di Francia '98. La terza partita è col Messico, e qui entra in scena -in mondovisione- l'acqua santa del Trap. E' lui che ha compiuto il rito contro i croati, ma quasi di sfuggita. Qui, col Messico, pigia sull'acceleratore per assicurarsi -dirà poi- la protezione del buon Dio. «Che esiste ed è giusto» dichiara il ct dopo la grande paura contro i messicani e l'1-1 che ci qualifica per gli ottavi. «L'Italia non meritava di uscire». Dal cul de Sac (Sacchi) al cul de Trap, con l'aggiunta dell'acqua santa. L'Italia va avanti anche così, giornali e tivu si riempiono di queste ... facezie. Una spruzzatina di acqua benedetta prima del match mentre finge di parlare col vice Ghedin, un'altra decisamente più abbondante con cui ha «chiamato» il gol di Del Piero a 6 minuti dalla fine. Siamo agli ottavi. Contro la Corea.
LA COREA DEL SUD CI CASTIGA. L'ARBITRO MORENO CI... BASTONA
La maledizione coreana incombe. C'è chi evoca lo smacco di Middlesbrough nel '66, Corea del Nord-Italia 1-0, il fondo toccato dal calcio italiano ai Mondiale. I sud-coreani si dicono sicuri che il "miracolo" si ripeterà. Il Trap ha dalla sua l'acqua santa e soprattutto una squadra due spanne sopra la Nazionale locale. L'avvio è da paura, l'arbitro Byron Moreno assegna un rigore (che c'è) ai coreani, batte Ahn, Buffon para, e al 18' c'è gol di Vieri che toglie cattivi pensieri e apprensione. La partita procede secondo i canoni previsti, il gioco dei coreani assume contorni un po' troppo decisi, gli azzurri prendono a sbagliare gol... già fatti e il Trap comincia a dare calci a una bottiglietta per quegli errori. L'arbitro Moreno non ammonisce un paio di coreani colpevoli di entrate violente (ne fanno le spese Del Piero e Coco), nel finale cediamo campo agli avversari e all'88' arriva il castigo del pareggio. Supplementari. E qui, in avvio, si consuma lo... scandalo: Totti entra nell'area coreana, cade per un contatto, l'arbitro Moreno arriva di corsa, da lontano, e sventola il cartellino giallo al Capitano per una simulazione che non esiste. Totti, già ammonito, viene espulso e tutti perdono la calma. Al 117' minuto, con gli azzurri in confusione, Ahn segna il gol del 2-1 che è anche Golden gol. Azzurri a casa. E un uragano si abbatte sull'arbitro. E una tempesta sul Trap.
TRAP DIMETTITI, MA NON SE NE VA. BUFERA SU BYRON
Il dopo, banale dirlo, è un caos. Le accuse del Trap, della Federcalcio, della critica e degli italiani nei riguardi di Byron Moreno arrivano fino a una richiesta di una indagine della Fifa sull'operato di Byron Moreno. Inchiesta che il governo del calcio mondiale compie e che si chiude senza sanzioni (Italia-Corea del Sud è stata regolare), ma per l'arbitro ecuadoriano l'avventura sui campi di calcio è pressoché finita lì, la Fifa lo pressa e nel 2003 viene sospeso definitivamente dall'attività di arbitro per scandali emersi in tornei del suo Continente. Da noi, seppure mai sopito il caso-Moreno, si intrecciano le pressioni sul Trap: dopo una sconfitta così, deve dimettersi. Il Trap resiste al suo posto, la Federcalcio sta dalla sua parte e in sostanza non ha voglia di cambiare. C'è l'Europeo che attende, la Nazionale del Trap si qualifica per Euro 2004 che finirà con il "biscotto" Svezia-Danimarca che ci elimina alla prima fase. Per dire ciao Trap. E' pronto Marcello Lippi. Si prepara il miracolo mondiale 2006.