Football Leaks, "ecco come Psg e Manchester City hanno aggirato il Fair Play Finanziario"

I documenti diffusi da Mediapart: l'Uefa e Infantino sapevano tutto

Dei nuovi documenti di Football Leaks, diffusi venerdì da Mediapart, sollevano gigantesche nubi sull'Uefa e sulla gestione del Fair Play Finanziario nei confronti di Paris Saint-Germain e Manchester City. Contratti di sponsorizzazione retroattivi, report di analisti ed esperti ignorati, organi di controllo aggirati: i documenti pubblicati inchiodano i rapporti dell'Uefa in particolare con il Psg. Protagonisti della vicenda, che ha consentito ai due club di affrontare il FFP con sanzioni minime, sono l'ex presidente dell'Uefa Platini ma, soprattutto, l'attuale presidente della Fifa e allora segretario generale dell'Uefa, Gianni Infantino. L'affare sarebbe enorme: il Qatar avrebbe iniettato 1,8 miliardi di euro nelle casse del Psg in maniera non consentita.

Documenti caldissimi, mail svelate: dal 2014 al 2016 è stato ricostruito - e pubblicato nell'inchiesta di Der Spiegel - tutto l'iter con cui il Psg ha trattato con l'Uefa in maniera privata per aggirare le norme previste dal Fair Play Finanziario. Protagonisti il numero uno del Psg, Nasser Al-Khelaïfi e il suo braccio destro, ex amministratore delegato della Juventus, Jean-Claude Blanc. Sono stati pubblicati documenti confidenziali, e-mail, trascrizioni di conversazioni nei quali risulta evidente l'intento dell'Uefa di agevolare il Psg (e il Manchester City) nell'affrontare le sanzioni del FFP. Che avrebbero dovuto essere pesantissime, fino all'esclusione dalle coppe. Dalle carte risulta che il Psg fosse fuori dai parametri per almeno 215 milioni e che Al-Khelaïfi e Blanc trattarono con Platini e Infantino in maniera segreta per evitare l'esclusione.

Secondo i documenti elaborati dal consorzio europeo di media Investigative Collaborations (EIC), tra cui Mediapart in Francia, ci sono state pressioni su Platini da parte del Psg per ridurre l'ammenda al club da 60 milioni a 20, proprio la stessa cifra comminata al Manchester City, club in mano agli emiri di Abu Dhabi, concorrenti dei qatarioti del Psg. E non solo: Infantino avrebbe accettato che il Psg inserisse delle sponsorizzazione retroattive riferite al contratto con il Qatar Tourism Authority per la stagione 2013-2014, proprio come fece il City. In particolare le entrate fittizie complessive sarebbero state di 4,5 miliardi di euro, 1,8 per il Psg e 2,7 per il City. Tutto con la copertura dell'Uefa.

Diffusi documenti anche sulla Superlega tra top club europei: leggi qui

Il Paris Saint Germain "ha sempre rigorosamente rispettato le leggi e le norme in vigore e smentisce con forza le accuse pubblicate oggi da Mediapart". È questa la presa di posizione del club parigino in risposta alle indiscrezioni di Football Leaks. Nel mirino è finito il contratto di sponsorizzazione con l'ufficio di turismo del Qatar, che stando all'inchiesta avrebbe iniettato per sette anni nelle casse del Psg la cifra di 1,8 miliardi di euro, di cui "1,35 miliardi tramite contratti di sponsorizzazione gonfiati" per eludere i parametri del FFP. Un accordo "noto alla Uefa e al pubblico dal 2014", si difende la società francese, anno in cui "la Uefa ha confermato che il nostro contratto con l'ufficio di turismo del Qatar assicura la promozione del paese". "Il principio di questo contratto è semplice - la replica dei campioni di Francia - Oggi i risultati positivi del Psg sono sistematicamente associati al Qatar che ne trae beneficio a livello d'immagine. Dalla nascita del fair play finanziario, il Psg è stato uno dei club più controllati e sorvegliati nella storia".

Mediapart scrive di un contratto del valore di 1,075 miliardi di euro garantiti in cinque anni dall'ufficio del turismo del Qatar (con una media di 215 milioni di euro all'anno), una somma rivista al ribasso nel 2014, dopo un accordo con la Uefa, a 100 milioni di euro anno. L'inchiesta tuttavia rivela come le due società di revisione incaricate dalla Uefa, le agenzie Repucom e Octagon, avrebbero ridimensionato questo contratto "al valore di 123mila euro annui l'una e 2,8 milioni l'altra, ovvero rispettivamente 1750 e 77 volte in meno rispetto all'importo registrato" inizialmente, ovvero 215 milioni.